Le origini
di Panicale
I primi nuclei abitativi
risalgono probabilmente al II^ millennio
a.C. Nel corso dei secoli si sono
avvicendate popolazioni indoeuropee,
umbre, etrusche e romane che hanno piu'
volte mutato l'aspetto della citta'. Per
molto tempo Panicale ha legato le sue
vicende a quelle di Perugia, ne e'
testimonianza lo stemma araldico che
porta accanto al simbolo del Castello
(una torre con spighe di pani'co il
grifo perugino. La prima compilazione di
uno statuto comunale risale al 1316,
redatto in latino dal notaio Pietro di
Vannuccio e tradotto poi in volgare nel
1484, per una maggiore divulgazione. Il
Rinascimento e' per Panicale un periodo
di sviluppo economico, urbanistico ed
artistico, che vede la realizzazione di
opere d'arte di notevole pregio, grazie
a presenze come il Perugino ed i suoi
allievi. Definita "terra
insigne" nel 1543, dal Pontefice
Paolo III, e' oggi uno dei piccoli
borghi italiani piu' attraenti.
Vari i significati attribuiti al suo nome: dal piu' verosimile "Luogo dove
ardono are al dio Pan" (Pani calet), al
poetico "dove tutto e' bello" (Pan
Kalon), per finire con il significato
esplicitato anche nello stemma "luogo
dove si coltiva il pani'co" (pan colis).
Panicale conserva
ancora la struttura tipica di castello
medioevale, un tempo circondato da due
fossati, con i due ingressi verso
Perugia e verso Firenze; con le sue tre
piazze inglobate in un giro di ellissi
concentriche.
PANICALE - LA STORIA nel dettaglio
LE ORIGINI, IL MEDIOEVO - IL RINASCIMENTO
Uno degli eventi storici degni di nota che coinvolse il castello di Panicale è descritto nel libro "Memorie Storiche di Panicale, Terra Etrusco-Umbra", scritto da Gustavo Grifoni nel 1918 e ristampato nel 2000 grazie all'iniziativa dell'Associazione PAN KALON e in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Dott. Daniele Orlandi.
Nel 1632, a seguito di controversie tra il Duca Odoardo Farnese e il Papa, il Duca avviò una campagna militare contro le terre pontificie. Dopo aver invaso la Romagna, si spinse fino all'Umbria e alla valle del Trasimeno. Castiglione del Lago fu la prima località occupata, senza resistenza da parte delle milizie locali comandate da Fulvio della Corgna. Anche il supremo duce papale, Federio Savelli, rimase nel castello di Montalera e si rifugiò a Perugia.
Il 2 ottobre 1632, il Duca Edoardo Farnese, con la sua cavalleria, si diresse verso Paciano, Panicale e Piegaro. I panicalesi, colti di sorpresa dall'invasione, non opposero particolare resistenza e permisero al Duca Edoardo e alle sue truppe di entrare all'interno delle mura del castello. Tuttavia, le speranze dei panicalesi si rivelarono vane. I soldati del Farnese, galvanizzati dalla facile conquista, si comportarono brutalmente nei confronti dei castellani: razziarono, si ubriacarono e commisero atti oltraggiosi contro le donne del castello. Questi comportamenti portarono a scontri e uccisioni tra i soldati oppressori.
Il Duca Edoardo Farnese, venuto a conoscenza di questi eventi, ordinò che il castello di Panicale fosse dato alle fiamme. Tuttavia, in un colpo di fortuna, il Duca si ammalò e dovette ricorrere alle cure del giovane medico Dott. Carlo Sperelli di Panicale. Nonostante la sua giovane età (appena 30 anni), il Dott. Sperelli era un medico di grande talento, molto rispettato nella zona. Fortunatamente, riuscì a guarire il Duca.
In segno di riconoscenza verso il giovane medico, il Duca Edoardo Farnese decise di risparmiare la Chiesa Collegiata, l'archivio e la casa Sperelli durante l'incendio di Panicale.
Alla fine, solo un terzo delle case venne distrutto. Grazie all'intervento del Dott. Sperelli, Panicale fu salvato da una distruzione totale
L'ACQUEDOTTO PUBBLICO DI PANICALE:
L'opera si
realizzo sotto l'Amministrazione
imparziale di Allerame Gambioli, che per
l'imparzialita' appunto del suo
carattere si fece nemici i compaesani
tavernellesi tanto che alle succesisve
elezioni non venne eletto nemmeno come
consigliere. L'acquedotto venne ultimato
nel 1903 e il 6 Agosto
di quell'anno fu inaugurato alla
presenza delle maggiori autorita'
dell'epoca. Inutile dire che l'opera
venne molto apprezzata dai panicalesi ma
purtroppo fu causa di invidie e
contrasti con le frazioni vicine che ne
erano sprovviste.
Dopo sette anni
dalla sua realizzazione, un poco accorto
Sindaco cedette parte dell'acquedotto a
privati, tutto questo a seguito delle
pressioni esercitate dai consiglieri
delle frazioni vicine.
(Notizie tratte da MEMORIE ISTORICHE di
PANICALE TERRA ETRUSCO-UMBRA
scritto da Gustavo Grifoni stampa
originale del 1918)