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Marzo 01, 2024 by admin

LA CIVILTA CONTADINA A PANICALE E DINTORNI

CULTURA AGRESTE, LA RACCOLTA DEL GRANO

(foto: Mario Bruni)
Quando si ricordano le attivita' economiche che nel passato hanno sostenuto il territorio di Panicale, e' obbligatorio parlare delle attivita' agricole e di quella che e' stata la civilta' contadina che per lunghi anni ha caratterizzato il territorio  del Comune di Panicale ma possiamo dire dell'Italia intera.

UN PASSATO RECENTE CHE SEMBRA LONTANO SECOLI
Quando si parla di attività agricole, la mente vola velocemente ai ricordi di quando da bambino vivevo in una casa di campagna, la classica abitazione contadina dove galline, oche, tacchini e anatre scorrazzavano liberi nell'aia, e nelle stalle erano ospitati mucche, maiali, pecore e conigli. Nel sottotetto, invece, vivevano e si riproducevano numerose famiglie di colombi. Durante l'estate, quando le scuole chiudevano per le vacanze, era bello andare in campagna con i genitori per raccogliere il fieno e trasportarlo nel fienile su carri di legno trainati da coppie di bovini di razza Chianina. Era ancora più coinvolgente quando, pochi giorni dopo la raccolta del fieno, si iniziava la mietitura del grano.
Questo era un rito quasi sacro, perché con la mietitura e la successiva battitura si produceva quello che era (e che è ancora oggi) la materia prima dell'alimentazione quotidiana: il grano e la farina. Da queste, le sapienti mani delle donne contadine creavano pane, pasta e altri alimenti di prima necessità.
Il pane, in particolare, veniva cotto nel forno a legna della casa, generalmente in quantità sufficiente a soddisfare le esigenze della famiglia per alcuni giorni. A volte, il pane veniva cotto anche per i vicini di casa che approfittavano del forno già riscaldato e pronto per la cottura. La battitura del grano, così come la vendemmia, era l'evento dell'anno, in particolare per i bambini che approfittavano del fatto che i genitori erano impegnati nella trebbiatura, mentre loro passavano la giornata spensierati tra giochi e ripetute abbuffate di prelibati prodotti contadini. Durante la battitura, considerato che era un lavoro piuttosto impegnativo e faticoso, di solito si mangiava almeno 4 o 5 volte al giorno.
Le portate tipiche consistevano in abbondanti razioni di pasta fatta in casa (tagliatelle) condita con un nutriente sugo d'oca, seguita da saporiti arrosti a base di pollame e oche, faraone e contorni di insalata dell'orto. Non mancava mai il dolce, rigorosamente fatto in casa. Il torcolo (ciambella con il buco) rappresentava di solito il dolce che concludeva i pranzi della battitura, accompagnato dal Vin Santo. Durante tutto il pranzo, ma anche nell'aia, sulla tavola non mancava mai il vino della cantina (a volte anche troppo!), che vista la fatica e il caldo non veniva certo risparmiato.
Oggi, sedersi a tavola 4 o 5 volte durante la giornata può sembrare eccessivo, ma va tenuto in considerazione che la battitura del grano era un lavoro durissimo. Iniziava alle prime luci dell'alba per concludersi nella tarda serata (a volte anche il giorno dopo con la sosta notturna), e la durata era naturalmente determinata dalla quantità di grano che si doveva trebbiare.
E la fatica, vi assicuro, era davvero tanta!.

 
(sopra: Foto Storica Prop. Massimo Baldeschi  - Sotto: Foto di Massimo Baldeschi, rappresentazione falciatura del grano a Casalini)
(Foto originale di Massimo Baldeschi - solcatura terreno per semina patate - Gioveto, Panicale PG primi anni '80)

LA CASA CONTADINA

Video da youtube.com di Alex Ravelli Sorini


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Marzo 01, 2024 by admin

LA CIVILTA CONTADINA A PANICALE E DINTORNI

CULTURA AGRESTE, LA VENDEMMIA

LA VENDEMMIA
Arrivava settembre il mese della vendemmia, per i contadini, quasi al pari della battitura del grano, era un momento molto importante. La vigna curata e coltiva per l'intero anno, dalla vangatura manuale (immane fatica) alla potatura al trattamento con il ramato ecc. finalmente era pronta per dare i sui frutti. Si preparano le botti, i tini e i "bigonci", contenitori in legno a forma di tronco di cono stretti  realizzati con doghe di legno tenute strettamente insieme da fasce di ferro. Venivano usati soprattutto per la movimentazione delle uve durante la raccolta delle uve. I bigonci venivano poi caricati sui carri trainati dai buoi e quindi condotti alla cantina dove l'uva veniva lavorata e trasformata in ottimo vino. Come per la battitura i contadini si aiutavano reciprocamnete nella raccolta e nella lavorazione delle uve e dopo la fermentazione e il processo necessario ad ottenre il vino facevano a gara per vantarsi su quale fosse il vino migliore invitando all'assaggio vicini di casa e amici. Qui per gustare bene il vino novello non bastava mai un solo bicchiere...

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Luglio 09, 2020 by admin

LA RACCOLTA DELLE OLIVE e l'olio di Panicale

CULTURA AGRESTE, LA RACCOLTA DELLE OLIvE

LA RACCOLTA E LA MOLITURA DELE OLIVE - Per la famiglia contadina l’olio ha da sempre rappresentato un fonte di nutrimento e sostegno economico, ancora oggi nonostante le crescenti difficoltà; che si incontrano nel mantenere attiva ed efficiente questa attività; agricola, le colline di Panicale sono avvolte da un manto verde rappresentato dalle migliaia di piante di olivo che grazie alla posizione collinare e alla mitezza del clima che caratterizza la zona, grazie anche alla presenza del Lago Trasimeno, restituiscono ogni anno un olio dal gusto avvolgente e di grande qualità.
Con il trascorrere degli anni il metodo di raccolta e di molitura è notevolmente mutato, dalla raccolta con il cesto di vimini sulle spalle salendo sulle piante con una traballante scala di legno si è passati alla raccolta semi-automatica ma soprattutto la molitura ha subito una notevole evoluzione, dalle tradizionali macine a pietra alle moderne macchine che in poche ore riescono a macinare quintali di olive e estrarre olio di ottima qualità.
Chi fosse interessato, l’Oleificio Cooperativo IL PROGRESSO che ha sede il località "Olmini" ai piedi della collina di Panicale, produce e vende l’olio delle colline panicalesi con il marchio “Olio San Sebastiano”. Per il turista che si trovasse anche solo a transitare nella zona è una delle tappe obbligate per acquistare per se o portare in dono quale souvenir di viaggio uno dei prodotti di maggior pregio di Panicale e della zona del Lago Trasimeno.

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